De manhã, parei junto ao portão e, à luz do sol, olhei de perto os cavalos que sacudiram as cabeças como se eu fosse um ser extraterrestre. Percebo aquele olhar altivo de narinas frementes. Devo parecer-lhes mesmo um alien e de uma espécie bem inferior à deles. Quem sabe o que se passa na mente de um cavalo?
Pensei comigo que o que estragava o quadro era aquele portão fechado. Se eles fossem selvagens e independentes de qualquer outro ser, se pudessem correr pelo campo, sem portões, a minha felicidade podia ser completa só de os ver, brilhantes e tão absolutamente perfeitos.
Ideias estranhas nos podem invadir a mente quando pensamos em algo tão desejado como felicidade. Pensei que bastava a coragem de abrir portões, o deles e o meu. E correr como eles, absolutamente livre, ser talvez um alien para quem ficasse e para quem encontrasse. E daí? Tudo se resumia em correr livre à luz do sol… nada disto faz sentido. Foi só uma daquelas manhãs em que me senti extraterrestre aos olhos de um cavalo.
Io sono infatti un sognatore di parole, un sognatore di parole scritte. Io credo di leggere. Una parola mi blocca. Abbandono la pagina. Le sillabe della parola cominciano ad agitarsi. Accenti tonici cominciano a rovesciarsi. La parola abbandona il suo significato come un carico troppo pesante che impedisce di sognare. Le parole assumono allora altri significati come se avessero acquisito il diritto di essere giovani
sabato 27 giugno 2009
mercoledì 24 giugno 2009
martedì 23 giugno 2009
lunedì 22 giugno 2009
domenica 21 giugno 2009
Felicità
frammenti
giovedì 18 giugno 2009
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura.
lunedì 15 giugno 2009
La pantera
Nel Jardin des plantes, Parigi
Il suo sguardo, per lo scorrere continuo delle sbarre,
è diventato così stanco, che non trattiene più nulla.
E’ come se ci fossero mille sbarre intorno a lui,
e dietro le mille sbarre nessun mondo.
L’incedere morbido dei passi flessuosi e forti,
nel girare in cerchi sempre più piccoli,
è come la danza di una forza intorno a un centro
in cui si erge, stordito, un gran volere.
Soltanto a tratti si alza, muto, il velo delle pupille.
Allora un’ immagine vi entra, si muove
Attraverso le membra silenziose e tese
E va a spegnersi nel cuore.